Si è tenuto il 17 aprile a Roma l’evento di presentazione del rapporto “MobilitAria 2019”, durante il quale si è parlato di mobilità collettiva, ciclabilità, pedonalità, riorganizzazione dello spazio pubblico, mobilità elettrica. Insomma del futuro in ogni sua forma, anche a lungo termine. Indovinate chi manca?
L’Assessore alla Mobilità di Milano, Marco Granelli, ha puntato dritto sull’”infrastrutturazione tramite nuove metro e metrotramvie”. Potremmo anche chiudere qui, ma il discorso è ulteriormente proseguito sulla necessità di rendere facilmente raggiungibili queste infrastrutture, puntando su un’integrazione con le altre modalità sostenibili.
Un intervento chiaro e deciso di chi ha capito le priorità della propria città. Ovviamente a Milano nessuno si sogna di dire ai cittadini di coprire spostamenti di grande lunghezza con modalità lente (piedi e bici), con mezzi inadeguati (autobus, filobus e tram) o con modi non adatti agli spostamenti sistematici (bike e car sharing); tutte queste modalità a Milano sono invece messe a sistema con l’ossatura portante, costituita da metro e metrotramvie, e assolvono ai ruoli di adduzione e distribuzione (oltre a coprire gli spostamenti brevi, ovviamente).
L’Assessore alla Mobilità di Torino, Maria Lapietra, ha puntato forte sui nuovi divieti che entreranno in vigore nel capoluogo piemontese, specificando però che se impongo divieti devo anche aumentare l’offerta di alternative ai cittadini: in primis la nuova metropolitana, la linea 2, per la quale chiederanno 4 miliardi di Euro al Ministero dei Trasporti. Quasi si vergognava nel dire “per ora abbiamo solo una linea di metro” ed era ben felice di riferire che si stanno muovendo per realizzare nel breve termine la seconda.
E l’Assessore romano, ossia Linda Meleo? Inizialmente invitata all’evento, non ha dato disponibilità alla partecipazione e non ha neanche inviato un videomessaggio, possibilità che le sarà stata sicuramente paventata dagli organizzatori. A un importante evento a Roma, quindi, intervengono gli Assessori alla Mobilità di Milano e Torino, oltre a quelli di Bologna e Napoli, ma non quello di Roma.
La città che, in quanto Comune più popoloso e importante d’Italia, dovrebbe essere più proiettata verso il futuro se ne frega degli eventi organizzati sul proprio territorio, che oltretutto dipingono un quadro allarmante proprio sulla nostra città (altissimo tasso di motorizzazione, scarso uso della bicicletta, trasporto pubblico su gomma che perde pezzi e tante altre amenità ben note a noi romani).
Ancora peggio, oltre a fregarsene degli eventi sul futuro se ne frega proprio del futuro in sé: vi ricordiamo che, come già detto nei nostri post dei giorni scorsi, a Roma nei prossimi anni si inaugureranno solo i circa 3 km di linea C tra San Giovanni e Colosseo, dopodiché… il vuoto.
Prolungamenti non pervenuti, nuove linee non pervenute, adeguamenti delle ferrovie non pervenuti, con il PUMS che è ancora in divenire nonostante sia in redazione da 3 anni (!) e l’unica certezza è data da quei pochi cantieri aperti in epoca alemanniana.
Intanto Milano e Torino avviano la redazione dei rispettivi PUMS metropolitani, che comporteranno ulteriori espansioni delle reti metropolitane verso l’hinterland, senza dubbio alcuno sul fatto che ciò costituisca una priorità nelle politiche di mobilità urbana sostenibile.
Lo stesso ha fatto Brescia (a livello comunale) e faranno Genova, Napoli e Catania.
Indovinate chi manca.
Da SalviamoLaMetroC
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2 Commenti
http://www.tramroma.com/tramroma/rete_ext/stfer/cast_ind.htm
Mentre, per quanto riguarda la ferrovia Roma-Genazzano-Fiuggi-Alatri-Fosinone e diramazioni, consiglio la lettura di quest'altro articolo:
http://www.tramroma.com/tramroma/rete_ext/sfv/sfv_ind.htm
Tutte queste linee, se fossero state mantenute ed ammodernate, sicuramente oggi avrebbero avuto un considerevole traffico di pendolari e studenti, stante l'abitudine di abitare fuori Roma e spostarsi quotidinanamente nella Capitale per studio e lavoro, nonchè per turismo. E invece no: tutto questo patrimonio di infrastrutture su rotaia è andato perduto: i risultati di questi scellerati provvedimenti li vediamo oggi.