Metro chiusa, il calvario della fermata «Repubblica»


Il 23 ottobre 2018 crolla la scala mobile sulla quale si trovavano i tifosi russi. A dicembre cominciano i problemi anche nelle stazioni Spagna e Barberini



Sei mesi e tre giorni. Repubblica è ancora chiusa e no, non ci sono novità sui tempi di riparazione delle scale mobili. È possibile che la capitale non sia in grado di riaprire in tempi accettabili le più centrali stazioni della metro, Repubblica appunto ma anche Spagna e Barberini ugualmente chiuse per gli stessi, ripetuti problemi a queste scale mobili? Storia incredibile.

Le vicende sono note ma, in effetti, ricostruire le date restituisce anche l’idea di una certa inerzia nell’affrontare un caso che, evidentemente, almeno all’inizio, è stato sottovalutato. 

Il 23 ottobre 2018 crolla la scala mobile sulla quale viaggiavano i tifosi russi – poi scagionati, non stavano saltando – e la procura sequestra gli impianti. 

Atac esprime «grande costernazione», trapelano dettagli sulle manutenzioni affidate alla società Metro Roma Scarl che, si scopre, nel 2017 ha vinto l’appalto con un ribasso del 49,7%, 11 milioni anziché 22, e dettagli anche sulla dinamica dell’incidente. E però ecco, nessuno – Atac o Comune – parla apertamente di emergenza, dei mesi che sarebbero stati necessari per il ritorno alla normalità. 

Il 24 novembre la procura fa sapere che la stazione è stata dissequestrata e quindi – tutti pensano – i lavori possono procedere rapidi. 

Invece no.


A dicembre cominciano i problemi anche nelle stazioni di Spagna e Barberini – impianti «gemelli» a quelli di Repubblica, il costruttore è sempre la multinazionale Otis – spesso chiuse in entrata o in uscita. Tornando a Repubblica: Atac e Comune dicono di aspettare i pezzi di ricambio. 

Punto affrontato in un contraddittorio tra Atac e Metro Roma il 13 febbraio: Atac sostiene che la ditta non ha ancora provveduto ad ordinare quanto richiesto; Metro Roma invece si difende precisando di aver formalizzato la pratica non appena possibile, l’11 febbraio. 

Comunque tardi, apparentemente, rispetto al dissequestro. Perché? Atac preciserà, il 29 marzo, che solo in questa data – fine marzo appunto – sono state dissequestrate anche le ultime due scale mobili: inizialmente, cioè, la procura avrebbe «liberato» le quattro scale non interessate dall’incidente sulle quali Atac ha assicurato di aver cominciato le lavorazioni (che si dovrebbero concludere «in quattro settimane», ovvero a fine aprile).

I casi di Barberini e Spagna, però, ritardano anche la gestione di Repubblica. 

Perché il 23 marzo, dopo l’incidente a Barberini (due gradini pericolosamente accartocciati) la questura sequestra tutta la stazione e di conseguenza, in via preventiva, viste le analogie, il responsabile di esercizio degli impianti decide di interdire le scale di Spagna, e ciò obbliga l’azienda a chiudere la fermata. 

Il 25 marzo, poi, mentre viene rescisso il contratto con Metro Roma (in carica fino al subentro di Schindler, attuale subappaltatore proprio di Metro Roma) si dimettono in blocco i nove ingegneri Atac responsabili dell’esercizio degli impianti. 

La situazione, così, precipita. Il Ministero dei Trasporti sollecita, invano, richieste di chiarimenti ad Atac che intanto manca la promessa – del 15 aprile, in commissione Trasporti - di riaprire Spagna entro Pasqua. 

L’assessora alla Mobilità Linda Meleo, infine, ieri ha posticipato l’incontro coi commercianti di Repubblica: «Dal 29 aprile al 2 maggio, significa che anche per questo ponte resterà chiusa, vero?».

Da Corriere della Sera


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