La vergogna vera Atac

La vergogna vera Atac


Fra i più gravi disservizi che Atac garantisce all’utenza c’è quello del collegamento con l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù al Gianicolo.


Il nosocomio sarebbe servito da due linee, la circolare 115 che parte e arriva a via Paola (alla fine di Corso Vittorio Emanuele II) sale sul Gianicolo, giunge fino al Ministero della Pubblica Istruzione a Trastevere, poi torna indietro sempre per il Gianicolo.

La seconda linea è la 870 che parte anch’essa da via Paola, sale sul Gianicolo per poi dirigersi per Porta San Pancrazio, costeggiare Villa Pamphilij, passare per i Colli Portuensi, poi Casaletto e, infine, fare capolinea al Trullo.

Due linee che sono, di fatto, un disastro, specialmente il 115.

Utilizzando l’account twitter ufficiale dell’Atac (@infoatac) viene fuori che nei primi 22 giorni del nuovo anno, la linea 115 ha funzionato correttamente solo 4 giorni, domenica 6, martedì 8, domenica 13 e domenica 20 gennaio. In ben nove giorni il servizio non è stato proprio effettuato (1, 2, 4, 5, 7, 9, 11, 16 e 17 gennaio).

In altre otto giornate, invece, si sono verificati guasti alle vetture che però hanno poi ripreso a girare.

Anche se, guardando gli orari, verrebbe quasi da ridere se la cosa non fosse tragica: giovedì 3 gennaio servizio sospeso alle 7.28 di mattina e ripristinato alle 20.28 di sera, in sostanza su 68 corse previste il mercoledì ne sono state effettuate solo 7! Discorso simile martedì 15, fuori servizio alle 8.45, ripristinata alle 21.29. Ieri, poi, doppia rottura: dalle 7 alle 9.04 e poi di nuovo dalle 13.34 alle 16.07.

Quando il 115 si rompe - anche se sarebbe forse più pratico contare quando funziona - per chi deve raggiungere con i mezzi pubblici il Bambin Gesù ci sarebbe l’870.

Che, però, in ben 5 occasioni ha dato forfait. Il 1, il 2, il 5 e il 17 gennaio completamente out, mentre giovedì 3 si è fermato fra le 12.53 e le 14.36 mentre per il giorno dopo, giovedì 4, lo stop è stato “solo di una mezz’oretta, fra le 8.03 e le 8.35 di mattina.

Per il 17, giorno di sciopero, @infoatac riporta le due linee non attive per guasto vetture e non per agitazione sindacale.

Ovviamente, le vicissitudini di 115 e 879 sono solo la punta di un iceberg. È sufficiente interrogare @infoatac per vedere lo stato di un disastro: solo ieri, per guasto alle vetture erano ferme la 731, la 188, la 541, la 52, la 089, la 228.

Da Athos o della limpidezza



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1 Commenti

Anonimo ha detto…
L'ATAC, da che la conosco io fin da quando ero bambino, quindi dagli anni settanta, non ha mai funzionato bene veramente o, comunque, non ai livelli di aziende come quelle milanese o torinese. Tuttavia, premesso questo, indubbiamente è peggiorata molto, negli anni. Innanzitutto, non esiste più una vera gerarchia ed una vera razionalità aziendale. Una volta mi ricordo, ad esempio, i capolinea che davano l'ordine di partenza ai conducenti col fischietto, in alcuni casi. Oppure ricordo i controllori capo che davano disposizioni ben precise ai conducenti, spesso richiamandoli se si comportavano in maniera non ortodossa. Oggi invece non è più così, anche perchè non si lavora più con qul minimo di passione e di attaccamento all'azienda di una volta, ma si lavora solo per lo stipendio. Poi la selezione del personale e la formazione mi pare anch'essa peggiorata: non voglio "sparare" sugli autisti, per carità ma ne vedo diversi (non tutti certo, ma una certa quota parte) lavorare con poca professionalità, spesso chiacchierando al telefono in conversazioni private o parlando con i colleghi rischiando di distrarsi (tipico il fenomeno di non aggiornare il capolinea di destinazione slle tabelle elettroniche delle vetture, operazione per esempio mai dimenticata a Milano), si disinteressano totalmente a quello che accade in vettura, e via discorrendo, probabilmente anche perchè non sono motivati a farlo (e questo lo potrei anche capire, fino ad un certo punto però). Che poi, fermo restando che certamente resta un lavoro nel complesso stressante, va pure considerato che, oggi, i conducenti guidano autobus ormai semplici e abbastanza confortevoli da condurre, se paragonati a quelli di una volta. Oggi, un IVECO Urbanway (ma anche un meno recente CityClass Cursor) lo si guida con una facilità estrema come tecnica di guida, sono autobus nel complesso comodi e silenziosi; niente a che vedere, ad esempio, con un Lancia 703, un Alfa Romeo AU 1000 o un FIAT 410 con cambio non automatico, o un Lancia Esagamma 718 degli anni sessanta/settanta: autobus affascinanti per un appassionato, ma scomodissimi e rumorosi oltre ogni limite, nonchè con una tecnica di guida difficile e complessa per chi li doveva condurre (tanto è vero che, all'epoca, parlo sempre anni sessanta e settanta, non c'erano donne conducenti di autobus, che sono apparse solo dopo la completa sparizione di autobus difficili da condurre per mancanza di automatismi). Per non parlare poi dei FIAT 421, che avevano il motore posto sotto il sedile del conducente, col risultato che quest'ultimo veniva sottoposto ad un baccano assordante e ad un calore che, in estate, diventava insopportabile, tanto e vero che venivano fermati in estate, quando arrivarono veicoli più moderni. Eppure mi ricordo la passione con la quale certi conducenti li guidavano (avevo anche uno zio autista all'epoca, all'ATAC dal 1975 al 2001, che mi raccontava molte cose sul suo lavoro), ma oggi tutto questo non esiste più.
Poi, la lotta all'evasione, tanto per fare un altro esempio: dove sta veramente? Sì, di controllori se ne vedono, ma quasi sempre sulle stesse linee e negli stessi orari, e su certe linee e in certe ore praticamente non si vedono mai. Una volta mi ricordo, anche al tempo dei fattorini, che passavano molto più spesso, e controllavano pure che sulla vettura fosse tutto in ordine; oggi passano svogliatamente, della serie "e vabbè, famose 'sta rottura de scatole...". Certo, è pure vero che una volta non c'erano le aggressioni di oggi, i verificatori si rispettavano, ed indubbiamente anche la società è peggiorata: va detto anche questo, ad onor del vero. Non si dà valore ad un posto di lavoro, chi lo ha sembra sputarci sopra; cose allucinanti tocca vedere oggi, per chi ha una certa età.