Casalotti: funivia, no people mover, anzi monorotaia

Casalotti: funivia, no people mover, anzi monorotaia


Sembra la celebre puntata dei Simpson e forse sarà così, nel 1° Rapporto alla Città il sindaco Gualtieri ha annunciato la sostituzione della celebre funivia Battistini-Casalotti, nota ai romani come ‘a funivia daa Raggi, con un’infrastruttura alternativa meno impattante.


Doveva esse’ metro, doveva esse’ minimetrò, poi funivia, ma alla fine non se ne farà niente. 

Il sindaco Gualtieri e l’assessore alla mobilità Patanè hanno messo una croce sulla funivia Casalotti: le ragioni sono tante, pretestuose e politiche. 

Per il mastro dei trasporti c’è un problema di sicurezza e di privacy, perché evidentemente i tecnici del Ministero non hanno a cuore l’incolumità e le pudenda dei cittadini romani, ma il sottotesto è quello di una vendetta politica nei confronti della ex sindaca. 

E così, pur di arrabattare quel che si può per tenere a bada i cittadini, sarà necessario chiedere al MIT una variante straordinaria al progetto per realizzare qualcosa di altrettanto inefficiente ma che consenta comunque al primo cittadino di tagliare un nastro.

In prima battuta si sarebbe dovuto realizzare un people mover, ossia un sistema di ovetti su ferro che, trainati da una fune, consentono prestazioni del tutto simili a quelle scadenti della già approvata funivia. Se non che l’opera, molto probabilmente, costerà almeno il doppio dei 110 milioni di euro preventivati e stanziati e avrà costi di gestione e manutenzione pesantissimi. 


Ed è così che agli stati generali del 1° anno di mandato, sulla relazione consegnata alla stampa, al punto 1.2.2 il people mover, viene specificato, diventa “un sistema di trasporto automatizzato realizzato su monorataia”.

Cambio di idea? No, è più probabile che su in Campidoglio le idee siano poche e molto confuse. Già con la giunta Raggi, l’allora assessore alla mobilità Meleo aveva salutato la funivia indicandola erroneamente come funicolare.

Ed è così che il refrain del "Ricomincio da capo" col quale ogni 5 anni si azzera tutto il lavoro dell’amministrazione precedente ci gonfierà il cuore di speranze per poi ributtarci nella costante delusione della consapevolezza di tutto ciò che si sarebbe potuto fare ma che non è stato fatto. 

Un disturbo ossessivo compulsivo della politica romana che ha preso in ostaggio la Capitale d’Italia e i suoi cittadini: la mobilità può aspettare.





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1 Commenti

Lulio ha detto…
Il MIT dovrebbe esercitare la penale, perchè il finanziamento di questo progetto ha escluso il finanziamento di un altro progetto di un altra città.